Christof Innerhofer e la filosofia del brand Tezenis

13 Mar

Ormai non c’è centro commerciale e via del centro in cui non spopolino, senza subire i postumi della crisi, marchi come Tezenis e Intimissimi (che fanno entrambi capo a Calzedonia), Yamamay e Golden Point. La forza di gran parte di questi status dell’intimo a buon mercato sta nel franchising (che consente ai singoli distributori di affiliare la propria impresa ad un marchio già affermato).

Ma è soprattutto la comunicazione che sta trasformando delle semplici griffes in brand aspirazionali. Vedi il caso di Tezenis, ormai in prima linea “per il Talento” grazie alla partnership con un brand televisivo ‘di richiamo’ come Amici.

Sandro Veronesi, presidente del gruppo Calzedonia, ha inoltre scelto il campione di sci Christof Innerhofer come testimonial Tezenis. Lo stesso che ha posato il suo cappellino marchiato sulla testa della De Filippi, durante la finale. Ecco la ragione di un’immagine distintiva di marca:

“In Christof riscontro i valori chiave della filosofia del brand: tenacia, forza di volontà, energia positiva. In lui rivedo gli stessi principi che hanno guidato la mia carriera. Ancora una volta, abbiamo creduto nei giovani”.

Il versatile Luca Bianchini e l’antidiva Kylie Minogue

10 Mar

Luca Bianchini è un’altra personalità insolita del panorama mediatico contemporaneo. Dalla sua pagina Wikipedia apprendo della sua laurea in Lettere Moderne, dell’esperienza che ha maturato nel settore pubblicitario come copy-writer, sino allo sdoganamento come scrittore con il romanzo d’esordio Instant Love (2003).

Ma la sua vera fortuna, a proposito di mentori, è stata quella di incontrare Fiorello, che l’ha scoperto nel suo programma Viva Radio 2. Da allora è diventato uno dei conduttori radiofonici di punta della stessa Radiodue.

Tra le disparate attività svolta dal Bianchini c’è quella di collaboratore di Vanity Fair, per cui cura anche il blog Popup. Sul recente numero 9 del 2011 ha intervistato Kylie Minogue, che proprio in questi giorni ha festeggiato 5 anni da quando ha sconfitto il cancro al seno (questo cantar vittoria, alla lunga, è fuorviante perché, di fronte al rischio di ricadute, non si può passare messaggi del tutto ottimistici).

In ogni caso, la prefazione di Bianchini è molto bella per inquadrare il fenomeno di una diva che è, notoriamente, la negazione del divismo stesso: Continua a leggere

Il telecomando compie 60 anni

10 Mar

MB, Il Telecomando (2002):
c’è il telecomando
c’è poi la volontà
c’è una decisione
un gesto automatico
un solo bottone

Occhio alla spesa, il programma dalla parte del consumatore con la conduzione sorniona di Alessandro Di Pietro, festeggia i 60 anni del telecomando. Ospiti in studio l’antropologo Alberto Baldi, che è anche docente presso l’Università di Napoli Federico II, e il giornalista del mensile Jack, specializzato in nuove tecnologie, Matteo Scarabelli.

Il prof. Baldi ci ricorda che il telecomando  (al secolo ‘Space command‘) è stato inventato da Robert Adler, fisico di origine austriaca emigrato negli Stati Uniti. L’etimologia è greca, da τέλος, a indicare la direzione verso cui si tende, più che il fine. Quindi il senso originario del termine è quello di indicare un “comando a distanza”:

“Il telecomando televisivo e tutti gli altri che lo hanno seguito interferiscono con la cinetica del nostro corpo. Siamo in un’epoca digitale che sta sostituendo il modo stesso in cui usiamo le mani”. Continua a leggere

A ciascuno il suo… Mecenate: Serino & Vasco & co

9 Mar

Ecco finalmente spiegato il motivo per cui ho scelto, come fotogramma simbolico di questo blog, un’immagine di Linus e Savino in mutande. Per dovere di cronaca, però, va prima specificato che i due si sono prestati a uno sputtanamento simile per una nobile causa: trattasi, infatti, di una campagna benefica Yamamay per il primo campo estivo di terapia ricreativa, strutturato per bambini affetti da patologie gravi.

In ogni caso, lo smutandamento ha una ragione per quanto mi riguarda paradigmatica, è la chiave dei tempi: vede qui ritratti un guru del panorama radiofonico e il suo adepto, da una parte il maestro Linus e dall’altra l’allievo Savino, che ha visto nella loro unione di fatto la soluzione di un dramma occupazionale per una Iena in declino.

Quanti personaggi, oggi, devono ad un mentore la ragione della propria svolta professionale? Penso a Pierluigi Diaco, che grazie alla fiducia di lungo corso accordatagli da Costanzo ora potrà vantarsi, vita natural durante, di essere stato il solo-conduttore di un suo show dal Parioli.

Penso a Fiorello, che senza l’egida di Mike Bongiorno e i loro siparietti multigenerazionali – forse – non avrebbe raggiunto la stessa levatura artistica.

Poi c’è un sodalizio molto particolare nel mondo dell’editoria letteraria, che vede protagonisti un critico brillante, Gian Paolo Serino, e un rocker maledetto come Vasco Rossi. Non tutti sanno, infatti, che quest’ultimo è diventato il “Mecenate” della prima free press culturale italiana, la rivista Satisfiction, di cui Serino è ideatore. Continua a leggere

La vittima di stalking di Manuale d’amore è Giletti

8 Mar

Una recensione indignata di Manuale d’amore arriverà presto su questi schermi. Intanto mi preme segnalare una curiosità trapelata sul settimanale Oggi. Nell‘episodio sullo stalking, il personaggio del giornalista tormentato interpretato da Carlo Verdone si è ispirato a un volto noto ben preciso.

Non è un anchorman qualsiasi di La7, come si vede sul grande schermo, ma un popolare conduttore della domenica pomeriggio: Massimo Giletti. Quest’ultimo, l’estate scorsa, aveva non a caso rilasciato diverse interviste sul tema, tra cui una a Il Fatto Quotidiano di cui ripropongo uno stralcio:

“Quando esco di casa, quando cammino, mi guardo alle spalle per controllare se c’è qualcuno che mi sta osservando. Oramai convivo da tempo con l’ombra di questa persona che ha proiettato su di me tutte le sue ossessioni morbose. Sono arrivato al punto che ho detto ai miei fratelli, se dovesse succedermi qualcosa, di consegnare alle forze dell’ordine i dati di questa persona. Ha costruito una vita parallela con me. Lei nella sua mente distorta mi ha ‘sposato’. Viene sotto casa mia a volte, frettolosa consegna al portiere le buste della spesa, dicendogli: ‘Fabrizio, le consegni a mio marito Massimo che è su, io devo scappare al lavoro’. Negli acquisti provvede a tutto: dai prodotti intimi per uomo e donna, a frutta e verdura, gelato compreso. Io non tocco nulla di quello che mi porta, me ne guardo bene, non vorrei ci fosse dentro del veleno. Spesso sono prodotti ricercati. Fa parte di una categoria importante. L’ho conosciuta durante un’occasione pubblica. Ma, se vi dicessi chi è e cosa fa, non ci credereste. E’ un ‘nome’ più di questo non posso dirvi”.

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Twitter Vs Facebook: sfida (per ora) impari

6 Mar

Dopo anni di pigrizia ho dovuto capitolare anch’io alla Twitter-mania (ecco il mio Profilo). L’ho fatto perché Twitter – all’inizio – mi sembrava un po’ troppo da Milano da bere e la gente lo usava solo per comunicare gli highlights sull’ultimo happy hour a Brera.

Poi sono arrivate le anticipazioni vere e ultimamente mi sembra che sempre più vip nostrani, sulla scorta delle celebrities internazionali, si siano stancate dei limiti strutturali di Facebook, per comunicare le loro anteprime esclusive… esclusivamente via tweet. Non a caso, dopo le fughe di notizie sanremesi, si inizia a parlare di un embargo da estendere ai social network, oltre che ai blog.

Ieri mi sintonizzo su Tv Talk, come sempre in prima linea in fatto di new media, e scopro come procede la competizione tra i due rivali. Facebook conferma la sua leadership di massa, e quindi anche “affaristica”.

Twitter è stato valutato 4 miliardi e mezzo, contro i 50 miliardi stimati per Facebook. Attualmente gli iscritti a Twitter sono 250 milioni, contro i 600 milioni iscritti a Facebook.

Enrico Franceschini parla (proprio) a tutti

2 Mar

A volte i blogger sembrano autosufficienti, senza modelli di riferimento, anarchici nel loro rapporto con i grandi puffi della carta stampata. Nel nostro illuderci di saper maneggiare la notizia in tempo reale, e saperne leggere il riscontro “social”, abbiamo perso di vista il vero modo di fare giornalismo, quello di contenuto, di interpretazione del reale, di analisi acuta ma non intelliggibile, insomma di facile accesso alle masse.

Stasera ho “conosciuto” per la prima volta Enrico Franceschini, da oltre venticinque anni corrispondente dall’estero per il quotidiano “la Repubblica”, per il quale ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e Londra, che è la sua ultima attuale. Ospite alla libreria Laterza di Bari per presentare in anteprima assoluta il suo ultimo libro, Londra Babilonia, ha raccontato (indirettamente) qualcosa in più di sè a me, che sono legato a lui da un rapporto di strane coincidenze.

Dopo averlo letto saltuariamente su Repubblica, mi soffermo con attenzione su un suo articolo del 2003 lavorando alla mia Tesi di Laurea Triennale, nel 2007. Franceschini ha intervistato nel suo lungo corso giornalistico presidenti e guru della comunicazione, diventando una fonte preziosa dei miei studi sullo spin doctoring applicato alla storia romana. Si dà il caso che questi temi siano stati oggetto di approfondimento anche nella mia Tesi di Laurea Magistrale. Perciò nel 2010 lo ricontatto via e-mail, riscontrando una sua estrema disponibilità a un’intervista-appendice del mio lavoro comparato. Continua a leggere

Bunga bunga, il viagra dell’informazione

2 Mar

Mercoledì 2 marzo 2011: torna Exit con Ilaria d’Amico su La7. L’obiettivo è quello di raccontare la verità che altrove non c’è, di parlare di precariato tra i giovani e di assenza di merito nel reclutamento aziendale. Insomma, uno spin-off reale del reality Il contratto, che va in onda al martedì con risultati fallimentari (sotto il 2%).

Il social entertainment non funziona e i programmi di informazione che parlano di attualità pura neanche. Laddove non ci si può spingere sulla cronaca, attingendo a piene mani su Avetrana & figlie, nell’attualità si pompa all’infinito un’unica parolina magica: bunga bunga.

Il bunga bunga non è più solo una barzelletta di dominio nazionale o l’allusione a una pratica sessuale sdoganata dai vertici di Stato, ma un vero e proprio viagra delle trasmissioni di approfondimento. La senti nominare e l’antiberlusconismo è in agguato, con connesso beneficio di ascolto. La vedi scritta in sovrimpressione e pensi che il premier potrebbe chiamare da un momento all’altro.

Ilaria d’Amico doveva parlare di disoccupazione e precarietà morale, ma alla fine il titolo è sempre lì. E la Borromeo in versione anti-Ruby incombe. Perché tutto dipende dal bunga bunga. La7 in primis.

Ilaria Dallatana: una donna al comando di Magnolia

1 Mar

I cambi di vertice, a un teleanalista poco “scafato” in materia aziendale come il sottoscritto, lasciano comunque tra il curioso e il perplesso. A volte ho la sensazione che certe poltrone vadano abbandonate a scopo cautelare, più che lasciate in eredità.

E, a proposito di Eredità, la casa che lo produce insieme all’Isola dei Famosi ha appena cambiato boss, con tanto di scelta caduta su una donna sempre più influente a livello catodico. Magnolia, la società di produzione televisiva fondata da Giorgio Gori con Ilaria Dallatana e Francesca Canetta nel 2001, esattamente dieci anni dopo, ha visto il consiglio di amministrazione nominare quest’oggi Ilaria Dallatana nuovo amministratore delegato della società, conferendole la guida operativa dell’azienda.

E Giorgio Gori, marito della Cristina Parodi ed ex storico Guru di Canale 5, che fine ha fatto? Ha assunto la Presidenza di Magnolia Spa, ruolo che si somma alla responsabilità delle Divisioni Southern Europe e Latin America di Zodiak Media Group, a cui oltre a Magnolia Spa fanno capo le società di Magnolia Fiction, Magnolia Espana, Milano – Roma, Quadrio e 2B Com. Continua a leggere

Stefano Zecchi dixit: comunicazione = democrazia

27 Feb

Stefano Zecchi, eminente professore di Estetica nonché saggista eminentissimo in materia televisiva, ha dichiarato alla puntata dell’Arena di RaiUno di domenica 27 febbraio 2011:

“I processi di democratizzazione vanno avanti con la libertà di comunicazione”.

Come dargli torto? Consiglio di rispolverare il suo ‘L’uomo è ciò che guarda. Televisione e popolo‘, edito dalla Mondadori. Lo ricevetti in regalo dai miei nel mio 19esimo compleanno, datato 2005.  Era il periodo del fenomeno Lecciso di cui Zecchi ha fatto reale epistemologia: quanta nostalgia.

Ah, se c’è una persona di cui vorrei prendere il posto tra qualche decennio, con il volto pensoso a tutto led, è lui.